Avviata la procedura EU Pilot: un’altra vittoria per ANAV e NCC
Non solo caos sul rimborso delle accise sul gasolio per le imprese NCC, ma anche fatti, fatti concreti che finalmente si verificano dopo anni di polemiche.
La Commissione Europea ha avviato la procedura EU Pilot per portare a termine lo scambio di informazioni con le autorità italiane; un’attesissima buona notizia per ANAV e NCC, sempre più impegnati per il conseguimento di questo obiettivo.
“…L’avvio della procedura Pilot costringerà lo Stato a rendere conto delle scelte compiute, definite dalla Commissione incompatibili con la Direttiva 2003/96/CE; speriamo non sia necessario procedere con una mora ai danni dell’Italia per fare in modo che si adegui al quadro comunitario sulla riduzione dell’accisa sul gasolio.”
Sono le parole del presidente dell’ANAV Giuseppe Vinella, che insiste sull’ingiustificabile insistenza da parte dell’Agenzia delle Dogane nel rigettare le istanze di rimborso delle accise presentate dalle imprese di noleggio.
L’avvio di un allineamento? Speriamo! L’auspicio è sicuramente che si tratti di un primo passo verso l’adeguamento dell’Italia alla normativa comunitaria e la consapevolezza di aver perpretato un abuso a danno di migliaia di imprese.
Cos’è la procedura EU Pilot?
Il sistema EU Pilot, lanciato nel 2008 dalla Commissione Europea, è un meccanismo tra la stessa e gli altri Stati membri ideato per lo scambio di informazioni e la risoluzione di problemi relativi all’applicazione del diritto dell’UE o alla conformità della legislazione nazionale alla normativa comunitaria.
La procedura EU Pilot ha sostituito quella precedente per la quale la Commissione, prima di procedere con un’azione punitiva ai danni del paese che aveva commesso l’infrazione, inviava missive di carattere amministrativo alle autorità nazionali, invitandole al confronto sul perché avessero difficoltà ad allinearsi con le normative europee e su come fare eventualmente per risolvere il problema. Con questo sistema, invece, lo scambio avviene direttamente tra la Commissione e l’amministrazione nazionale, nel caso del nostro paese il Dipartimento per le Politiche europee, tramite software.
Davanti a una mancata “risposta” da parte del paese coinvolto o di confronto non esaustivo per la Commissione, quest’ultima chiude il caso e avvia una procedura di infrazione, eventualità che Vinella confida non colpisca l’Italia.