Revisione automezzi: le novità del 2019
Contenuto aggiornato in data 17/09/2021
La Legge di Bilancio 2019 ha apportato modifiche al Codice della Strada, estendendo ai veicoli di massa complessiva superiore alle 3,5 tonnellate – esclusi quelli che trasportano merci pericolose o deperibili – la possibilità di effettuare la revisione automezzi anche presso strutture private.
Mantenere l’efficienza di un veicolo consente di verificare che sussistano le condizioni per poter circolare su strada senza arrecare danni a se stessi, ad altri veicoli, conducenti, all’ambiente. Questo è il motivo per cui è necessario effettuare una periodica manutenzione ordinaria, per garantire affidabilità e sicurezza. La revisione è l’insieme dei controlli utili a certificare sia che i mezzi siano idonei alla circolazione, sia che rispettino gli standard di sicurezza e le norme di omologazione, così da contenere gli effetti nocivi emessi dai veicoli.
Il Codice della Strada prevede l’obbligo della revisione periodica dei veicoli al fine di verificare l’idoneità dei requisiti per la circolazione stradale e la sicurezza nella circolazione.
Mettere in sicurezza gli automezzi: quali controlli effettuare?
In tema di sicurezza stradale sono tante le misure da prendere per i mezzi pesanti e, fortunatamente, si continuano a fare passi avanti: è stata infatti imposta la presenza di AEBS, sistema basato su radar che rileva l’avvicinarsi di un altro veicolo, contrastando il rischio di tamponamenti; il Lande Departure Warning System che monitora, invece, la segnaletica orizzontale presente sulla carreggiata, rilevando se il guidatore esce dalla corsia.
Durante la fase di revisione sono effettuati anche controlli al cronotachigrafo e sul gas di scarico, per fare in modo che si sia in regola con le normative sulle emissioni inquinanti.
La taratura del cronotachigrafo, per la revisione autocarri, è importante in quanto permette di monitorare l’attività di guida dei conducenti, evitando che stanchezza e mancanza di concentrazione possano causare incidenti stradali.
L’installazione e l’utilizzo del cronotachigrafo sono obbligatorie. I controlli effettuati durante la revisione riguardano le seguenti parti del mezzo:
- Dispositivi di frenatura
- Sterzo
- Visibilità
- Impianto elettrico
- Assi pneumatici e sospensioni
- Telaio
- Effetti nocivi
- Identificazione veicolo
- Equipaggiamenti vari.
La periodicità della revisione: obblighi e tipologia mezzi
La revisione ha periodicità diversa a seconda del tipo di veicolo.
Vi è obbligo ogni 4 anni dalla data della prima immatricolazione e successivamente ogni 2 anni, dalla prima revisione, per auto, autocarri adibiti al trasporto di cose di massa complessiva a pieno carico non superiore a 3,5 tonnellate, rimorchi per merci o persone aventi massa complessiva non superiore a 3,5 t, autoveicoli per trasporto promiscuo persone e cose ad uso privato, autocaravan con massa complessiva a pieno carico non superiore a 3,5 ton, motoveicoli e ciclomotori.
La revisione annuale è invece per i veicoli destinati al trasporto di persone, quindi autobus con numero di posti superiore a 9, compreso quello del conducente, autocarri, autocarri per trasporto autobetoniere, mezzi d’opera, destinati ai trasporti di cose aventi massa complessiva a pieno carico superiore a 3,5 tonnellate, compreso l’eventuale carrello appendice, autoveicoli ad uso speciale aventi massa complessiva a pieno carico superiore a 3,5 tonnellate – autopompe per calcestruzzo, trattrici stradali, autospazzatrici, autospazzaneve, autoveicoli gru, autoperforatrici – , rimorchi e semirimorchi di massa complessiva superiore a 3,5 tonnellate, taxi, autoambulanze, veicoli adibiti a noleggio con conducente, veicoli atipici.
A partire da marzo 2019 le officine e la Motorizzazione Civile devono rilasciare ai proprietari dei veicoli il certificato di revisione, su cui vanno riportati, da parte del personale tecnico autorizzato, gli esiti dei controlli effettuati.
Il Decreto Legge Infrastrutture, pubblicato in G.U. il 10 settembre 2021 ha dato finalmente il via libera agli automezzi con rimorchi e semirimorchi alla revisione presso le officine private.
L’impegno del Governo: i fondi stanziati per gli automezzi di categoria euro 3
Per salvaguardare le persone e l’ambiente si cerca di ridurre il più possibile le emissioni inquinanti. Questo è il motivo per cui vi sono distinzioni per categorie di automezzi.
Sulla carta di circolazione è indicata la classe ambientale, quindi la categoria di appartenenza.
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha stanziato un finanziamento di 240 milioni di euro per il rimodernamento degli autocarri, per il triennio 2019-2021. L’impegno è quello di ridurre i costi di gestione e rinnovare il parco mezzi tramite l’acquisizione di automezzi a basso impatto ambientale.
Con la Legge di Bilancio il Governo propone altre iniziative a favore del settore trasporti, tra cui:
- elaborare misure per la sicurezza stradale mediante l’assunzione di altro personale;
- revisione dei mezzi pesanti – superiore alle 3.5 tonnellate, ad esclusione di alcuni settori – presso officine private;
- incentivi per favorire l’avvicinamento alla professione di conducente camion;
- non decurtare il credito d’imposta sulle accise.
Come richiedere il rimborso accise autotrasporto
La Comunità Europea ha emanato delle direttive sulle emissioni di inquinanti da parte dei veicoli. In base a queste direttive sono individuate le categorie di appartenenza: pre euro 1, euro 1, 2, 3, 4, 5, 6.
Per sapere a quale categoria appartiene il veicolo basta controllare cosa è indicato sulla carta di circolazione.
Puoi richiedere il rimborso accise autotrasporto a partire dalla categoria euro 3, nei seguenti casi:
- sei un autotrasportatore che utilizza autocarri da 7,5 tonnellate e trasporti merci;
- sei un’impresa pubblica che si occupa di trasporto pubblico;
- sei un’azienda impegnata negli autoservizi statali, regionali, locali;
- utilizzi furgoni frigo, betoniere e mezzi per specifici trasporti.
I mezzi utilizzati dovranno essere di proprietà, noleggiati o in leasing.
Non perdere l’occasione di recuperare fino a 0,214 euro per litro di gasolio consumato. Inoltre, ti ricordiamo che è possibile recuperare l’accisa fino a 2 anni, grazie alla retroattività.